Storia

Storia

Una storia scolpita nella pietra

La storia di Forte dei Marmi inizia con una via, Via di Marina, che nel XV secolo collega l’entroterra montano a un approdo situato tra la Torre del Cinquale e la Fortezza di Motrone, presso la quale sorge un fiorente scalo marittimo. Via di Marina è utile allo spostamento dei preziosi marmi — scelti personalmente anche da Michelangelo Buonarroti e Giambologna — dalle Alpi Apuane al mare.

Con il successivo incremento del commercio dei marmi, agli inizi del XVI secolo viene realizzato un nuovo tracciato verso la costa il quale, prima di giungere alla spiaggia, attraversa nell’ultimo tratto la piana versiliese, allora disabitata e ricca di boschi ma anche paludosa, malsana e oggetto di frequenti attacchi da parte dei pirati. La costruzione della nuova strada — l’attuale Via Provinciale — è voluta da Papa Leone X della Signoria Medicea ed eseguita dallo scultore Donato Benti, collaboratore di Michelangelo Buonarroti. Dall’inaugurazione nel 1518 in poi, il percorso è utilizzato, oltre che per il trasporto dei marmi, anche per il commercio del ferro proveniente dall’Isola d’Elba, che viene lavorato nelle ferriere versiliesi. Il magazzino merci, costruito nei pressi del mare, è ancora oggi esistente in Via Duca D’Aosta.

Bisogna attendere la fine del 1700 quando, estinta la famiglia dei Medici, diventano Granduchi di Toscana gli Asburgo Lorena. I nuovi signori di queste terre iniziano subito importanti opere di miglioramento naturalistico del territorio, con bonifiche e sistemazioni delle pinete costiere. È  Leopoldo I che edifica il Fortino — da sempre simbolo di Forte dei Marmi — come sede militare e commerciale. Il progetto di costruzione del Forte ha inizio nel 1785 e termina nel 1788. L’edificio è costruito in linea con le esigenze dell’epoca: una struttura compatta e multifunzionale con ottimi requisiti a livello militare, doganale e sanitario.

Agli inizi del 1800 nascono le prime abitazioni: Forte dei Marmi, allora solo un piccolo villaggio alle dipendenze di Pietrasanta, è sede del nevralgico scalo marittimo dei marmi, da cui dipende larga parte del territorio. L’intenso traffico commerciale, ora aperto anche a materiali di vario genere e derrate alimentari, rende necessario il restauro di Via Nuova di Marina. Le merci vengono trasportate su carri trainati da buoi fino alla spiaggia e qui caricate sui navicelli per mezzo di chiatte o trainando in secca i bastimenti con i buoi. Il progressivo incremento dell’attività porta un notevole aumento di abitanti nel paese, che nel 1822 conta trecento anime, per lo più persone addette alla marineria.

Tra il 1876 e il 1877, su progetto dell’ingegnere Costantini, si realizza l’iconico pontile per facilitare l’attività portuale. È fornito di una gru, la Mancina, che rende più agile l’attracco delle barche e il caricamento dei materiali. Lo sviluppo del paese, nel frattempo, continua con la concessione dei terreni intorno e nelle vicinanze del Fortino. Dello stesso periodo è la Chiesa di Sant’Ermete, costruita per accogliere i fedeli della borgata. Nel 1907 arriva il treno a vapore, per il trasporto di persone e merci.

Se l’attività commerciale del marmo aveva segnato la nascita e lo sviluppo di Forte dei Marmi, la sua scoperta come località turistica avviene in realtà molto più tardi. Nel 1800, la costa tirrenica è famosa per Viareggio, già in grado di offrire una proposta turistica di moda. Chi cerca la tranquillità e la serenità, invece, sceglieva Forte dei Marmi per dedicarsi ai bagni nel mare o all’elioterapia. Famiglie e turisti facoltosi iniziano a edificare qui le proprie ville immerse nella pineta in quello che, oggi, è il quartiere di Roma Imperiale.

In breve tempo, Forte dei Marmi diventa una rinomata località del Mediterraneo, apprezzata per le acque cristalline, la qualità della vita, i giardini e il verde incontaminati, la straordinaria vicinanza della Alpi Apuane. Arrivano le prime personalità italiane e straniere, gli esponenti politici, gli industriali di spicco, la nobiltà europea. Artisti e intellettuali — personaggi del calibro di Dazzi, Carrà, Carena, Soffici, Gentile, Pea, Viani — si ritrovano al Caffè Quarto Platano sulla Piazza del Fortino per discutere e confrontarsi sui movimenti artistici e culturali dell’epoca. Carlo Carrà, che trascorre lunghi periodi a Forte dei Marmi, ne dipinge scorci e paesaggi in una serie di opere che testimoniano il suo amore per il paese.

Il 1914 è un anno decisivo: Forte dei Marmi ottiene il distacco dal Comune di Pietrasanta e diviene Comune autonomo; resta, a testimonianza del legame storico e culturale tra le due cittadine, la fontana sulla centralissima Piazza Garibaldi, con lo stemma di Pietrasanta ancora ben visibile.

 

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