Luoghi storici e d’interesse
Luoghi storici e d’interesse
CHIESA DI SANT’ERMETE
Fin dagli inizi dello sviluppo del paese, gli abitanti di Forte dei Marmi sentirono la necessità di dotarsi di un luogo di culto in cui poter pregare e partecipare alle funzioni religiose. Venne così edificata una piccola chiesa lungo quella che ora è Via Duca D’Aosta. Fu necessario attendere il 1890, perché fosse edificata la chiesa attuale con l’annesso campanile; nel 1911 fu elevata a parrocchia dall’allora cardinale Pietro Maffi — ottenendo così l’autonomia dalla Pievania di Querceta — e venne dedicata a Sant’Ermete martire, patrono di Forte dei Marmi.
CHIESA DI SAN FRANCESCO
Località Vittoria Apuana
Quando la frazione di Vittoria Apuana si espanse, in seguito alla lottizzazione di alcuni terreni, si rese necessaria la costruzione di un luogo di culto dedicato. Tra il 1926 e il 1933 fu così edificata la chiesa di Vittoria Apuana, dedicata a San Francesco. Durante i lavori di costruzione — terminati senza la realizzazione del campanile —, vennero utilizzati i marmi provenienti dalle vicine cave delle Alpi Apuane, ancora oggi visibili nelle decorazioni di finestre, pavimenti, colonne e altare. Nel piazzale antistante la chiesa si erge una scultura di Arturo Dazzi, inaugurata nel 1962 alla presenza dell’artista, carrarese di nascita e residente a Forte dei Marmi. L’opera, scolpita in un unico blocco di marmo, è dedicata al noto episodio nel quale San Francesco dialoga con il lupo.
PIAZZA GARIBALDI
Il pozzo fu posizionato in Piazza Garibaldi nell’anno 1842, dove si trova ancora oggi. L’acqua del pozzo veniva utilizzata per rifornire le navi in partenza e abbeverare gli animali che trainavano carri, carrozze e diligenze per il trasporto di merci e persone.
La fontana di Piazza Garibaldi, eretta nel 1900, riporta l’emblema del Comune di Pietrasanta e la seguente iscrizione: “Il Municipio di Pietrasanta, Puliti e Frullani Sindaci, volle, compiendo il progetto Andreotti, arricchire il Forte dei Marmi d’acqua abbondante e salubre”. La fresca acqua potabile della fontana, da allora, disseta cittadini e visitatori di Forte.
Il Monumento alla Vittoria, situato subito all’esterno del Fortino, è stato realizzato nel 1937 dallo scultore Arturo Dazzi. Ai piedi della statua si trova una vasca in marmo, utilizzata come abbeveratoio per i buoi e i cavalli che trasportavano la pietra dai monti al mare.
PIAZZA DANTE
Nota anche come Piazza della Rimembranza, in ricordo dei caduti di tutte le guerre, ospita il Monumento ai Caduti realizzato in marmo travertino dallo scultore Mario Figliè. I vicini giardini, luogo dedicato a fiere espositive e mercati dell’antiquariato, fanno da cornice al maestoso edificio — edificato nel 1922 e per anni adibito ad aule per il locale Liceo Scientifico — dove oggi ha sede il Municipio di Forte dei Marmi.
FORTINO LEOPOLDO I° DI TOSCANA
Piazza Garibaldi
Comune di Forte dei Marmi Ufficio Cultura ed Eventi T. +39 0584 2801
Per info e orari ufficio informazioni T. 0584280292 e-mail forteinfo@comunefdm.it
Chi passeggia nelle storiche vie del centro di Forte dei Marmi, riconoscerà nella struttura quadrangolare del Forte Lorenese (noto a tutti come “Il Fortino”) un altro dei simboli della città: nato come fortificazione nel 1788 per volontà di Leopoldo I Granduca di Toscana, è l’edificio che dà il nome a Forte dei Marmi. Gli iconici angoli smussati che guardano il mare fanno da base a tre piani e due torrette: una per esporre la bandiera, l’altra per segnalare pericoli con il fumo. La struttura, nata originariamente per difendersi dai pirati, sorgeva in un grande piazzale, oggi Piazza Garibaldi, che era il centro del commercio dei marmi e delle merci provenienti dalle colline. Il Fortino fu presto utilizzato anche come magazzino della dogana, alloggi, caserma della guardia, cucine, cisterna per l’acqua potabile. Più di recente, fu sede della Guardia di Finanza, della Delegazione della Spiaggia, dell’Ufficio Postale. Dal 1988 è stato acquisito come patrimonio comunale: dopo un attento restauro, è oggi sede di prestigiose mostre, eventi culturali ed esposizioni di rilievo.
VILLA BERTELLI
Via Mazzini, 200
www.villabertelli.it
Per info e orari T. 0584 787251 e-mail segreteria@villabertelli.it
Villa Bertelli è situata nel centro della località Vittoria Apuana. Fu edificata nel 1896 come sede direzionale della Società Italiana Prodotti Esplodenti (SIPE) e, sul fronte mare, disponeva di un proprio pontile in legno per il caricamento e la spedizione all’estero delle merci. Alla fine della Prima Guerra Mondiale la richiesta di materiali bellici diminuì fortemente: fu così che, anche a seguito della precisa volontà dell’ Amministrazione comunale di allora, si scelse di promuovere il turismo rispetto all’industria. La SIPE chiuse dopo breve tempo e il pontile venne demolito intorno al 1930. Nel 1926 l’edificio fu acquistato da Ilio Bertelli, che lo riconvertì in albergo, con il nome di Villa Bertelli. L’attività alberghiera terminò nel 1971; nei primi anni 2000 il Comune di Forte dei Marmi acquistò l’immobile e, dopo una completa ristrutturazione ad opera dell’Architetto Tiziano Lera, lo trasformò in un ampio spazio espositivo. Gli eventi culturali e le mostre si svolgono durante tutto l’anno nelle sale interne e nel parco-giardino che circonda la villa.
MUSEO UGO GUIDI
Via Matteo Civitali, 33
museougoguidi@gmail.com
T. +39 348 020538
Visite su appuntamento
Il Museo Ugo Guidi sorge in località Vittoria Apuana, ed è la casa dove l’artista ha vissuto fino alla sua scomparsa il 10 Luglio 1977. Ugo Guidi (1912–1977) nacque il 14 settembre a Querceta (LU) e compì gli studi di scultura e architettura presso l’Istituto d’Arte di Pietrasanta e l’Accademia di Belle Arti di Carrara. Insegnante di scultura all’Accademia di Carrara, presenta la prima personale nel 1956 a Firenze per interessamento di Ottone Rosai. Alcune opere sono state esposte all’Hermitage e in vari musei su richiesta del Ministero degli Esteri; cento suoi disegni sono stati donati al Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi; alcune sculture sono presenti a Palazzo Pitti, alla GAM di Roma, al Museo dello Sport di Barcellona e al Consejo Superior del Deportes di Madrid. Presso la casa–museo si svolgono periodicamente esposizioni d’arte contemporanea e incontri culturali e artistici.
IL PONTILE
“Noi gente di Forte dei Marmi, senza il pontile perdiamo l’orizzonte”
— Fabio Genovesi, scrittore
Dalla fine del Pontile di Forte dei Marmi basta guardare verso il mare prima e la montagna poi, per assaporarne tutta la storia. Quando Forte divenne un importante porto per il marmo e non era più sufficiente caricare la pietra sui navicelli direttamente dalla spiaggia, fu costruito un lungo pontile utile per il trasporto dei blocchi. Era il 1788 e il Pontile, su progetto di Giovanni Costantini, era largo 5 metri e lungo 325. La struttura in legno era dotata di binari per facilitare il passaggio dei carrelli di carico e di un treno a vapore che arrivassero fino alle navi. All’apice fu collocata una gru, detta “la Mancina” i cui resti, recuperati dal mare nel 1986 su iniziativa della Compagnia della Vela, sono stati trasformati nel monumento dedicato ai lavoratori del mare, nella pineta tra via Spinetti e il viale Italico. Intorno al 1930 il Pontile fu allungato e dotato di un cancello e di una piccola cabina per il guardiano. Poco più di un decennio dopo, durante la Seconda Guerra Mondiale, venne bombardato e distrutto: fu ricostruito nel 1955, in cemento armato, ed è così che è giunto fino a noi. Oggi il Pontile è frequentato da pescatori, artisti, abitanti e turisti; d’estate ospita importanti eventi culturali, musicali e mondani, oltre ai celeberrimi fuochi artificiali del 28 agosto in occasione del Santo Patrono di Forte dei Marmi. È un paradiso di pace e poesia, da cui si possono ammirare il panorama marino, le Alpi Apuane dal Sagro fino al Matanna — con la maestosa presenza della Pania proprio al centro — e tutta la costa, dalle isole Spezzine fino a oltre Viareggio.
LA “MANCINA”
“Che traffico intorno a quel ponte! E’ un continuo andi rivieni di navicelli,
di carri pieni di marmi,di uomini. Su tutti domina la Mancina”— Giorgio Giannelli – La Bibbia del Forte dei Marmi – Ed. Versilia Oggi
La “Mancina”, collocata sul Pontile caricatore di Forte dei Marmi nel 1877, potente gru di ferro, così chiamata perché girava solo sulla sinistra, veniva usata per deporre il carico nelle stive dei Bastimenti. Quando nel settembre del 1943, con l’occupazione delle forze armate tedesche, il “Pontile Caricatore” fu abbattuto perché considerato possibile appoggio per le truppe nemiche, anche la “Mancina” colò a picco nel mare.
La prima iniziativa di recupero avvenne nel settembre del 1986 ad opera dei sub Giuseppe Lottini ed Enrico Boncompagni. Il 24 novembre 1993, Giuseppe Foffa, Presidente dell’Associazione dei Lavoratori del Mare, riprese l’operazione al fine di realizzare un monumento alla memoria della Mancina che fu infatti inaugurato il 1 maggio 1995, su progetto dell’Architetto Tito Salvatori. Tra i promotori si ricordano: Emilio Barberi, medaglia d’Oro al Valore Militare, i Capitani Ettore Polacci e Galliano Raffaelli, il Marittimo Luciano Figlié e Luciano Luciani.
Il monumento unisce i vari reperti, semidistrutti e spezzati (l’asse principale, il castello degli ingranaggi e parte di una ruota dentata). Il basamento di marmo, posto in opera da Ennio Bazzichi, impresario edile e Cavaliere della Repubblica, riproduce nei tre bassorilievi di marmo bianco, realizzati dallo scultore Rino Giannini, l’arduo lavoro del trasporto dei marmi dalle cave al mare.
L’ultima operazione della “Mancina” è avvenuta nel gennaio del 2017 ad opera dei Sub Versilia Forte dei Marmi e del suo presidente Primo Cardini, con un sopralluogo in immersione per individuare il braccio della vecchia gru che giace ancora sott’acqua.
Nel primo rilievo (lato Est), l’artista Rino Giannini rappresenta l’estrazione del marmo in cava. In secondo piano è raffigurata la “lizzatura”. Con questo termine si indica il metodo con cui, dall’epoca egizia fino agli anni sessanta del Novecento, si trasportavano i blocchi di marmo dal piazzale della “cava” fino a valle. Il termine lizzatura deriva direttamente dalla slitta su cui i blocchi venivano legati e fatti scivolare su travi lignee lungo la via, detta “lizza” che scendeva fino al “poggio”, una sorta di scalino utilizzato per caricare i blocchi sul “barroccio”; carro di legno trainato da coppie di Buoi. In primo piano è raffigurato un locomotore che esce dalla galleria del Cipollaio di Arni, costruita per far passare la “ferrovia” che dalle cave arrivava fino a Forte dei Marmi; solo in un secondo tempo fu utilizzata come strada.
Nella seconda scena (lato Sud), l’Artista raffigura il passaggio del “barroccio o membrucca” dal Fortino “Leopoldo I”, nella cui piazza, oggi Piazza Garibaldi, venivano appoggiati i blocchi o le lastre di marmo in attesa di essere caricati sui Navicelli. Il barroccio veniva utilizzato per il trasporto dei blocchi mentre la membrucca (carro con le sponde) per il trasporto delle lastre. Sullo sfondo si nota: il “pozzo” utilizzato per rifornire i Navicelli in partenza e abbeverare gli animali; la fontana detta ”nasone”; il caffè in cui nacque il ”Quarto Platano”, cenacolo di artisti e intellettuali; una barca poggiata sui pali in attesa di essere riparata. A finire, un carrello su rotaie a rappresentare l’evoluzione industriale. Sotto al rilievo, la scritta “AI LAVORATORI DEL MARE”, esprime appieno il messaggio che i cittadini di Forte dei Marmi vogliono ricordare attraverso la Mancina, a memoria del duro lavoro svolto in un tempo ormai lontano e di un paesino in riva al mare cresciuto attorno al Fortino.
Nel terzo rilievo (lato Ovest) sullo sfondo, è raffigurato il Fortino “Leopoldo I” ed il Campanile della “Chiesa di Sant’Ermete”. Le barche sui pali ed alcuni edifici del paese sembrano segnare il giorno di riposo. In questa scena la “Mancina” viene messa in risalto dalla prospettiva del “ponte caricatore”, il cui punto di fuga volge lo sguardo fino ai monti tracciando una linea virtuale che ci riporta alla “Via di Michelangelo”,via sulla quale tutto ebbe inizio. A finire è raffigurato un Navicello in partenza. Sembra avviarsi verso i tempi moderni per arrivare ai giorni nostri e ricordare che la “Mancina” è parte importante della storia di Forte dei Marmi.